Mancano ormai poche settimane alla scadenza sancita dal D.Lgs n.102/2014 che rende la Contabilizzazione del Calore obbligatoria per tutti i condomini entro il 31 dicembre 2016, obbligo prorogato al 31 dicembre 2017. Oggi vi illustriamo in cosa consiste un intervento di Contabilizzazione del Calore, sia per chi ha già visto installare i “famosi” ripartitori a casa propria, sia per chi ancora non è in regola ma si accinge a farlo.
Aggiornamento 2016: con l’entrata in vigore del Decreto Milleproroghe l’obbligo è stato prorogato al 30 giugno 2017
Avevamo già parlato di Contabilizzazione del Calore in alcuni precedenti post, spiegando di cosa si tratta e parlando delle novità legislative che rendono la contabilizzazione del calore obbligatoria.
Come già accennato esiste una normativa tecnica dedicata al tema della Contabilizzazione del Calore: la norma UNI 10200, che disciplina e stabilisce i principi per una corretta ed equa ripartizione delle spese di climatizzazione invernale e acqua calda sanitaria (ACS) in edifici di tipo condominiale.
La contabilizzazione del calore rende infatti ogni utente completamente autonomo nella gestione dei propri consumi energetici, anche se abita in condominio con un impianto termico centralizzato. La norma UNI 10200 parla di consumi energetici:
I consumi di tipo volontario possono essere misurati direttamente tramite contatori di energia o indirettamente da ripartitori.
Nella maggioranza degli interventi di installazione di impianti di contabilizzazione si interviene su edifici condominiali realizzati non recentemente (indicativamente fino al 1980-1985) che presentano una distribuzione a colonne montanti, ovvero tubazioni che alimentano corpi scaldanti su diversi piani e di conseguenza appartenenti ad unità immobiliari differenti. In questi casi è necessario applicare la contabilizzazione indiretta, attraverso l’applicazione dei ripartitori di calore.
E’ importante precisare che con l’applicazione dei metodi indiretti viene effettuata una stima dell’energia termica emessa dai singoli corpi scaldanti, quindi una misura non finalizzata all’esatta determinazione del valore di energia, ma improntata alla ripartizione dei costi all’interno del condominio.
I ripartitori di calore, sono gli strumenti di misurazione indiretta più utilizzati, applicano una contabilizzazione in funzione della differenza di temperatura tra superficie del corpo scaldante e ambiente, moltiplicato per fattori correttivi. Lo strumento viene installato sulla superficie del corpo scaldante ed i coefficienti sono applicati proprio per garantire che vengano misurate nella maniera più corretta le due temperature necessarie alla determinazione valori conteggiati presenti sul display dello strumento. Vengono classificati in base al numero di sensori presenti nel dispositivo, per questo motivo possiamo trovare ripartitori:
Essendo strumenti indiretti presentano una maggiore incertezza di misura rispetto alla misurazione del calore diretta, attuabile con i contatori di calore, poiché per determinare i valori di ripartizione è necessario tenere conto di tutti i parametri che riguardano l’installazione dei ripartitori, la programmazione degli stessi e la misurazione delle temperature effettuate dai sensori.
La trasmissione dei dati, una volta eseguita manualmente, è ora indirizzata dalla normativa 10200 attraverso l’attuazione di soluzioni centralizzate radio, locali o a distanza (telelettura), con sistemi di antenne definite concentratori, o tramite soluzioni walk by, letture locali via radio tramite ricevitori portatili ad interfaccia bluetooth.
Con questi sistemi non è necessario entrare all’interno dell’unità abitativa per la raccolta dei dati. È possibile riceverli dalle antenne con costi bassissimi di lettura e, attraverso la presenza di un portale, viene fornita all’utente la possibilità di accedere a servizi quali la lettura, la gestione dei ripartitori e/o contatori e la gestione degli edifici/condomini/appartamenti in real-time.
Nell’applicazione della normativa UNI 10200, viene mantenuto un distinguo tra climatizzazione invernale e produzione di acqua calda sanitaria. Per entrambi vengono individuati i consumi e le spese relativi alle singole unità immobiliari, ai locali ad uso collettivo ed al consumo involontario.
Vengono inoltre definiti i criteri di ripartizione della spesa. Per le unità immobiliari vengono considerati i consumi effettivi di energia termica utile, per i locali ad uso collettivo i millesimi di proprietà e per il consumo involontario i millesimi di fabbisogno di energia termica utile. In particolare nel capitolo 11 della normativa è definito il procedimento di calcolo delle spese nelle singole unità immobiliari.
Dall’analisi normativa e dall’applicazione della stessa sono emerse alcune criticità. La completezza e correttezza del progetto di contabilizzazione, le modalità e frequenza di lettura sono elementi imprescindibili per la ripartizione dei consumi e delle spese. Detto ciò è anche importante far notare come l’utente finale debba però essere correttamente formato ed informato sui dispositivi che installa e sul loro funzionamento: senza questi aspetti non sarebbe possibile perseguire lo scopo normativo, ovvero mettere l’utente al centro del processo di gestione responsabile dell’impianto.
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