Oggi vi parliamo degli avvisi di accertamento catastale, una comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate che possono ricevere i proprietari di immobili a seguito di una variazione catastale.
Come vi avevamo accennato in un precedente post sulla variazione catastale, quando il proprietario di un immobile decide di effettuare delle modifiche o aggiornare un eventuale abuso, come ultimo passaggio è sempre necessario effettuare un aggiornamento catastale per allineare la planimetria catastale allo stato di fatto.
Una volta effettuata la variazione, i tecnici dell’Agenzia delle Entrate hanno 12 mesi di tempo per verificare il classamento (categoria, classe) dell’immobile, che potrebbe andare a modificare la rendita catastale. Il classamento proposto dal tecnico con la variazione catastale viene controllato dai tecnici dell’Agenzia delle Entrate che, se non lo considerano corretto, possono inviare un avviso di accertamento catastale (con la famosa busta verde) per l’attribuzione della nuova rendita. Se la nuova attribuzione proposta dal catasto è corretta il contribuente non deve fare niente e gli verrà attribuita automaticamente la nuova rendita, altrimenti, se reputa che l’accertamento non sia fondato, ha due strade davanti:
Con il ricorso, che è la strada più articolata e costosa, si può ricorrere alla Commissione tributaria provinciale – CTP – competente. Si hanno 60 giorni di tempo, dalla data di notifica, per effettuare il ricorso all’Ufficio provinciale che ha emesso l’accertamento e nei 30 giorni successivi ci si dovrà presentare in giudizio. Inoltre, con il ricorso, il proprietario deve presentarsi in giudizio assistito da un difensore, che può essere avvocato, geometra, ingegnere, architetto, dottore commercialista iscritto al relativo albo.
L’altro metodo con cui il contribuente si può opporre al ricalcolo della rendita catastale è la richiesta con istanza in autotutela. Bisogna presentare domanda in carta semplice all’ufficio provinciale del catasto indicando le motivazioni dell’errata attribuzione del classamento e allegare la documentazione su cui si basa la richiesta di annullamento o revisione. Questa domanda può essere presentata direttamente dal proprietario, anche se è consigliato rivolgersi a un tecnico che ha tutti gli elementi per valutare gli aspetti tecnici e le obiezioni dell’Agenzia delle Entrate. L’istanza verrà riesaminata da una commissione che valuterà le motivazioni proposte.
La domanda di riesame in autotutela non sospende i termini per la presentazione del ricorso alla Commissione tributaria sopra specificata.
Questo è quello che accade oggi: vi invitiamo a seguirci per restare aggiornati, come accennato in un post di qualche settimana fa, nei prossimi anni ci aspetterà una corposa riforma del catasto: le rendite attuali verranno annullate e ne verranno create delle nuove, e anche il meccanismo degli accertamenti potrebbe subire sostanziali variazioni.
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