Il Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna ha approvato la scorsa settimana la norma regionale sul recupero dei sottotetti ad uso abitativo, presentata dal consigliere regionale Bignani il 6 marzo del 2013.
La legge regionale, attraverso il recupero dei sottotetti, vuole favorire il riutilizzo e la riqualificazione degli edifici esistenti, per contenere la costruzioni di nuovi edifici in nuove aree e al tempo stesso aumentare il numero di interventi tecnologici negli edifici datati, per migliorarne le prestazioni e diminuire i consumi energetici.
Ma vediamo nello specifico quali edifici possono effettuare interventi di recupero e quali caratteristiche vengono richieste per trasformare un sottotetto in abitazione.
Stando a quanto emanato dalla legge, possono usufruire del recupero dei sottotetti edifici residenziali che hanno almeno il 25% della superficie utile, con una restrizione: solo gli edifici che hanno richiesto l’agibilità del sottotetto entro il 31 dicembre 2010, possono realizzare tali interventi. Inoltre, per ogni vano presente nel sottotetto deve essere assicurata un minimo di altezza media di 2,40, mentre per i locali destinati a servizi, quali corridoi, disimpegni, bagni e ripostigli, l’altezza minima è di 2,20 metri.
Coloro che effettueranno gli interventi di recupero dei sottotetti avranno maggiori possibilità rispetto alla legge attuale per migliorare l’isolamento termico, per aprire nuove finestre e aumentare l’altezza del sottotetto, sempre nei limiti prestabili dalla legge e nel rispetto delle distanze urbanistiche.
Tali interventi sono classificati dalla norma come lavori di ristrutturazione edilizia e la loro realizzazione deve essere comunicata per tempo tramite la SCIA, ovvero la segnalazione di inizio lavoro all’ente competente.