Sicuramente avrai sentito parlare più volte al telegiornale di “legge contro il consumo di suolo”.
Una legge nazionale che parla di questo non esiste ancora. Ma l’Emilia Romagna è sempre un passo avanti quando si tratta di innovare e trovare nuove soluzioni.
L’Emilia Romagna è stata, infatti, tra le prime regioni ad avere una propria legge che prevedeva l’uso di moduli uguali in modo da semplificare le procedure in materia di edilizia. Come ti abbiamo raccontato la legge nazionale per la semplificazione edilizia a livello nazionale si è avuta solo l’anno scorso a luglio.
E’ in questo quadro che si inserisce l’approvazione della cosiddetta “disciplina della tutela del territorio e dell’uso del suolo. Una legge che è stata approvata nel dicembre del 2017 ed è già in vigore dal 1° Gennaio di quest’anno.
Molte sono le novità introdotte, non tutte saranno, però, operative da subito.
E’ anche questo il motivo del convegno organizzato in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, l’ANCI e gli Ordini Tecnici: diffondere le novità e discutere insieme su come e in quali tempi bisogna adeguarsi.
Il convegno, che ha visto la presenza di oltre 1700 persone, ieri, al Teatro Europa Auditorium, mirava a formare i tecnici sui contenuti della nuova legge.
Cosa cambia con la nuova legge urbanistica
Dunque vediamo insieme le novità più importanti della nuova legge urbanistica:
- Consumo di suolo a saldo zero: nella pratica il consumo di suolo passa dall’11% al 3% . Il principio del consumo di suolo a saldo zero è uno tra gli obiettivi europei che bisognerà raggiungere nel 2050. Dunque si tratta anche di un primo passo verso il raggiungimento degli obiettivi europei.
- Interventi che aumentano l’attrattività dei luoghi e ne favoriscono lo sviluppo. Dal limite appena visto rimangono esclusi gli interventi che riguardano la realizzazione di alloggi per l’edilizia popolare e di parchi
- Fondi per la rigenerazione delle città: 30 milioni di euro a fondo perduto erogati dalla Regione entro il 2020
- Misure per favorire l’adeguamento sismico. Chi è proprietario al 50% di un edificio può obbligare i comproprietari a pagare l’altra metà necessaria a finanziare interventi per l’adeguamento sismico.
La prevenzione dal sisma non è più una questione secondaria ma un da affrontare prima che del rischio stesso che ci sia un sisma. L’Aquila prima, Amatrice poi, ce lo hanno insegnato a caro prezzo.
- Meno sigle, più chiarezza. Dopo la semplificazione della disciplina si giunge a una semplificazione più ampia, quella territoriale. Un solo piano per ciascun livello territoriale: per la Regione il Piano Territoriale Regionale, per le province il Piano Territoriale Metropolitano e il Piano di Area Vasta. Per i Comuni un unico piano: il Piano Urbanistico Generale che ingloberà i” vecchi” PSC, POC, RUE.
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